Una volta ho avuto il privilegio di toccare la Pietà di Michelangelo, grazie a un sovrintendente che deve avermi letto sul mio volto un’espressione che andava oltre l’ammirazione, quasi lo sconcerto…
Come si può pensare che un ragazzo riesca con un martello e uno scalpello a scolpire un’opera di quel valore e di quella profondità di pensiero? Quel sovrintendente mi chiese a cosa stessi pensando. Io ero un po’ imbarazzato, perché mi stavo facendo delle domande…
Lui mi dice:
“Guardi, maestro, secondo me ogni tanto il buon Dio si compiace di gettare una scintilla e una goccia di sé in qualcuno tra noi per ricordare a tutti gli altri la nostra mediocrità”.
Ecco, io quando mi sono trovato davanti a Chiara ho provato un po’ la stessa cosa. Mi sono detto:
“Non è possibile che una donna, così, da sola, possa realizzare questo miracolo; una donna sola che crea oggi la Cittadella Cielo, ma prima di questo tanto altro! Bisogna che qualche conoscenza in alto loco ce l’abbia!”.
Cosa è per me essere Cavaliere della luce? Non è tanto difficile per me che ho sempre avuto questa inclinazione verso la verità, verso la libertà, d’altronde l’uomo nasce libero e la libertà è uno dei valori più importanti nella nostra vita! Allora per me essere cavaliere della luce vuol dire portare la Verità e la Libertà, costi quel che costi e lo faccio – devo dire – senza fatica!